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L’arretramento della sella, un parametro fondamentale

L’arretramento della sella, insieme all’altezza e all’inclinazione, è uno dei tre parametri di regolazione che influisce sull’assetto in sella del ciclista. Regolare l’arretramento sella della bici da corsa in modo corretto è molto importante, poiché vi permetterà di migliorare la resa della pedalata, ridurre il rischio di infortuni o sovraccarichi articolari, soprattutto al ginocchio, e ottimizzare la postura in sella attraverso un’equilibrata distribuzione dei pesi tra i vari punti di appoggio (sella, pedali, manubrio). Si può capire bene, dunque, quanto sia importante questo parametro e perché vada regolato con estrema precisione, insieme a quello dell’altezza sella.

COS’E’ L’ARRETRAMENTO SELLA DELLA BICI

L’arretramento della sella non è altro che il posizionamento longitudinale della sella rispetto all’asse del movimento centrale. Come è facile comprendere, questo influisce sulla posizione del ginocchio e dell’anca rispetto al piede e all’asse del pedale. Si può intervenire su tale valore facendo scorrere avanti o indietro la forchetta della sella sul reggisella, ma in casi estremi anche modificando l’offset del reggisella stesso.

L’arretramento è influenzato dalla lunghezza degli arti inferiori, specie del femore, dallo stile di pedalata, dal tipo di attività svolta (avrete notato che nelle cronometro o nelle gare di cross country in Mtb il posizionamento, in linea generale, è molto più avanzato rispetto alle gare di lunga distanza).

Come per la maggior parte dei valori relativi all’assetto in sella, dunque, non esiste una regola univoca, anche se in questo caso si può ragionevolmente considerare che per il 90% dei ciclisti la soluzione migliore sia quella di regolare l’arretramento in posizione neutrale, cioè con il ginocchio sopra l’asse del pedale.

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COME SI MISURA (METODO DINAMICO E METODO STATICO)

Per individuare l’arretramento sella della bici in modo preciso sarebbe necessaria un’analisi dinamica, cioè effettuata durante la pedalata, meglio se sotto sforzo.

In queste condizioni, infatti, molti ciclisti tendono a muoversi sulla sella e ad acquisire una postura diversa rispetto a quella tenuta da fermo o in fasi di pedalata non particolarmente impegnative.

Questo tipo di analisi, ovviamente, non può essere “fatta in casa”, ma richiede una valutazione approfondita da parte di un biomeccanico qualificato. In alternativa si può fare ricorso ad una valutazione statica, che se eseguita con precisione è in grado di fornire ottimi risultati.

In questo caso facciamo riferimento a quello che viene definito metodo KOPS (Knee Over Pedal Spindle, che letteralmente significa ginocchio sopra l’asse del pedale), che si basa sul rapporto esistente tra la posizione del ginocchio e quella dell’asse del pedale durante la pedalata. Più nello specifico, questo metodo stabilisce l’arretramento ideale quando il ginocchio si trova sopra l’asse del pedale con la pedivella posizionata in avanti, parallela al terreno.

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Per effettuare la misurazione è necessario avere a disposizione un filo a piombo e farsi aiutare da un’altra persona. Una volta saliti in sella (va bene anche sul rullo, ma l’importante è che la bici sia perfettamente in piano) si posiziona la pedivella in avanti parallela al terreno (ore 3 dell’orologio), con il tallone leggermente rialzato, come avviene durante la dinamica della pedalata.

A questo punto è necessario individuare la tuberosità tibiale (la piccola protuberanza ossea che si trova sotto la rotula) e da qui far cadere il filo a piombo verso il basso. Se il filo a piombo è davanti all’asse del pedale, la sella andrà arretrata, viceversa andrà avanzata.

Questo metodo è sufficientemente preciso, anche se per alcuni non è semplice individuare il punto esatto della tuberosità tibiale. Per questo motivo, alcuni tecnici suggeriscono di prendere come riferimento la parte frontale della rotula: in questo caso il piombo dovrà cadere tra l’asse del pedale e la punta della pedivella.

Questa misurazione non può avere la precisione di una rilevazione dinamica effettuata da un biomeccanico, e potrebbe non essere la soluzione migliore per chi cerca il massimo della prestazione, ma per il 90% dei ciclisti rappresenta l’equilibrio ideale tra ottimizzazione della spinta e riduzione del rischio di infortuni.

SELLA MOLTO AVANZATA

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Una sella molto avanzata porta il ginocchio più avanti rispetto all’asse del pedale durante la pedalata. Da un punto di vista biomeccanico, questa posizione è molto vantaggiosa poiché permette di imprimere più forza sui pedali. Allo stesso tempo, però, provoca un notevole aumento delle forze esercitate sulla rotula e dunque accresce il rischio di infortuni.

Inoltre, una sella troppo avanzata genera uno spostamento in avanti del baricentro, con la maggior parte del peso del ciclista che si scarica su mani e polsi.

Senza un’adeguata compensazione effettuata tramite la regolazione di attacco e manubrio, ciò può provocare fastidi e formicolii.

Si tratta, dunque, di una posizione più estrema rispetto a quella neutrale, da consigliare solo ad atleti agonisti e per tipologie di sforzo brevi, come ad esempio cronometro o kermesse.

Non a caso, per evitare eccessi e conseguenti rischi di infortunio, l’UCI ha imposto un limite specifico, che prevede che la punta della sella debba trovarsi almeno 5 centimetri dietro l’asse del movimento centrale.

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SELLA MOLTO ARRETRATA

Viceversa, una sella molto arretrata riduce il carico sull’articolazione del ginocchio, ma è meno redditizia in termini di espressione di forza sui pedali. Inoltre, una sella troppo arretrata sposta gran parte del peso del ciclista verso la parte posteriore della bici, provocando due possibili effetti collaterali. Il primo è un aumento della pressione sulla ossa ischiatiche, soprattutto sulle lunghe distanze. Il secondo è un alleggerimento dell’avantreno, con conseguenti difficoltà di controllo del mezzo, soprattutto in discesa.

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RIPORTARE L’ARRETRAMENTO DA UNA BICI ALL’ALTRA

Una volta definito il corretto arretramento è importante rilevare questo valore, in modo da poterlo riportare in modo esatto in caso di cambio di bici o di sella. Fino a qualche anno fa il valore dell’arretramento sella della bici faceva riferimento alla distanza longitudinale tra la punta della sella e il centro del movimento centrale, ma in termini biomeccanici ci si è resi conto che questo dato era influenzato in maniera troppo evidente dalla tipologia e dalla forma della sella. Per questo motivo, alcuni tecnici sono passati alla rilevazione del valore tra retro sella e centro del movimento centrale.

Il centro anatomico della sella si può rilevare con un calibro. Alcuni marchi, come Selle Italia, hanno iniziato a indicarlo con un marker sullo scafo della sella stessa.

Negli ultimi anni, però, complice anche l’ulteriore evoluzione delle selle (con forme sempre più varie e lunghezze sempre più ridotte), il metodo quasi universalmente riconosciuto è quello di misurare la distanza longitudinale tra il centro anatomico della sella e l’asse del movimento centrale. Anche in questo caso non mancano le discordanze, poiché l’individuazione del centro anatomico della sella non è così semplice: secondo Selle Italia si colloca nel punto in cui la sella è larga 7 cm, per altri produttori dove è larga 7,5 cm, secondo altri sistemi nel punto in cui è larga 8 cm.

Il valore dell’arretramento sella corrisponde alla distanza tra centro anatomico della sella e asse del movimento centrale. Si può rilevare grazie all’uso di un filo a piombo e in questo modo può essere riportato su qualsiasi altra bici.

Queste discordanze, in ogni caso, non sono così rilevanti.

L’importante, infatti, è prendere un punto di riferimento univoco e utilizzare sempre lo stesso per riportare le misure da una bici all’altra o da una sella all’altra.

CONCLUSIONI

L’arretramento sella della bici, così come la maggior parte delle regolazioni posturali e biomeccaniche, è soggettivo e non segue una regola universale.

Tuttavia, possiamo dire che per un buon 90% degli utenti posizionare la sella in modo che il ginocchio “cada” sopra l’asse del pedale è da considerare la soluzione migliore, poiché permette un equilibrio tra ottimizzazione della prestazione e riduzione del rischio di infortuni.

Se avete problemi alle ginocchia o, viceversa, siete agonisti e ricercate una posizione più “spinta”, il consiglio è di rivolgervi ad un biomeccanico specializzato.

Ricordate, ovviamente, che se andrete a modificare la posizione delle tacchette o la lunghezza delle pedivelle, anche l’arretramento sella dovrà essere rivisto.

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