L’uscita in gruppo fa salire di livello soprattutto se si è abituati ad uscire in da soli. Il confronto, l’agonismo, i consigli e l’emulazione. Il gruppo stimola la crescita e ci permette di misurare davvero il nostro livello e la capacità di reazione agli imprevisti, come ad esempio il cambio di ritmo del gruppo al primo cavalcavia, una grande classico!
Scegli il gruppo giusto
L’ideale è scegliere un gruppo di ciclisti più allenati di te, in modo che quell’uscita si trasformi in un allenamento molto proficuo.
Quando parliamo di gruppo non parliamo di 30 persone, anzi, per le uscite in bici ad andatura allegra è meglio non essere più di 6-7 persone ed è molto importante essere di un livello abbastanza omogeneo.
Il percorso
Lascia che siano gli altri a proportelo, magari un po’ più difficile di quello che tu avresti programmato.
Uscire dalla propria di zona di comfort è qualcosa di estremamente proficuo per la propria condizione fisica. E’ qualcosa con la quale, in sostanza, ci si confronta in gara e in assenza di gare un’uscita in gruppo può essere un’alternativa molto valida.
La strada non è del gruppo
La strada, ricordatelo, è aperta a tutti e le tue velleità agonistiche vengono sempre dopo il codice della strada.
A ruota
E’ importante tenere sempre un occhio sulla strada davanti a noi.
Stare ruota è quella piccola inevitabile complicazione insita nelle uscite in gruppo.
In parole povere, è importante stare a ruota per risparmiare un po’ di fatica ma non possiamo fidarci ciecamente di chi ci precede. Il rischio di forature e cadute aumenta, tienilo a mente.
Quando sei in testa
Quando sei il primo della fila, sei tu che decidi la traiettoria e sei tu che devi segnalare ostacoli o potenziali pericoli a chi sta a ruota. E’ una responsabilità condivisa con tutti gli altri del gruppo.
Impara a riconoscere gli errori altrui
Stare a ruota di altri ciclisti può essere una bella lezione di ciclismo.
Puoi “leggere” il gesto atletico di chi ti sta davanti e paragonarlo al tuo in termini di cadenza, posizione del busto, fermezza delle spalle o del bacino e altri aspetti ancora e, magari, individuare comportamenti e strategie di pedalata non sempre vantaggiose.
Sì, è roba da esperti, ma è anche pedalando in gruppo che diventi un ciclista più esperto, più rispettoso, più versatile e con il tempo più capace.
Impara a tenere duro
Sai bene che se fossi stato da solo su quella salita avresti tenuto un passo inferiore.
Ma oggi, con altri ciclisti, non puoi perché il tuo orgoglio ciclistico ti fa tenere duro, per non fare brutta figura e per vedere di cosa sono davvero capaci gli altri.
Ma con il trascorrere dei chilometri, l’orgoglio passa in secondo piano, aumenta la fatica e subentra il raziocinio, dicendoti: “Tieni duro adesso per migliorare la tua condizione”, cioè per fare quel salto di livello che tanto ricercavi.
Ma il raziocinio deve anche fare i conti con la tua capacità di sopportare la fatica e le gambe iniziano a fare male.
Spesso, iinizi anche a pensare scuse per mollare a tornartene prima a casa: “Scusate, oggi non sono nelle condizioni che avrei voluto. Vi lascio andare, così non vi rallento”. Ma quando sarai lì, ad un passo dal mollare, pensa che, più o meno, anche i tuoi compagni di uscita stanno faticando e se continui a pensare di mollare, mollerai.
Pensa che ce la stai facendo e che a fine uscita sarai orgoglioso di te. E lo saranno anche i tuoi compagni di uscita, che saranno pronti a riconoscerti onore per l’impegno.
In generale, insomma, in bici è sempre meglio non mollare.
Guasti meccanici
C’è sempre qualcuno in gruppo esperto di meccanica base o avanzata.
Questo è un elemento prezioso, sia perché può risolvere problemi meccanici durante l’uscita e permetterci di tornare a casa e sia perché, da lui, possiamo imparare i segreti della meccanica d’emergenza.
Biomeccanica
Non manca neanche quello fissato con la posizione e l’arte del “pedalare bene”.
State certi che, ad un certo punto, vi si affiancherà e vi dirà che siete troppo alti o troppo bassi sulla sella.
Se davvero avete il dubbio che sia vero, affidatevi sempre ad un biomeccanico e non all’esperto della domenica.
Conclusioni
Anche se il ciclismo è uno sport individuale, è in squadra, in gruppo e in compagnia che si diventa spesso dei ciclisti migliori