Eccoci con un tema che, a dispetto della sua apparente banalità, scatena dibattiti accesi anche tra i biker più smaliziati: gli spessori – o spacers – del canotto di sterzo. 😵💫
No, non stiamo parlando solo di estetica (anche se, diciamocelo, pure l’occhio vuole la sua parte), ma di una questione tecnica, biomeccanica e persino strutturale, che coinvolge sicurezza, performance, ergonomia e durata del telaio.
Ecco perché l’Accademia Nazionale del Ciclismo ha deciso di mettere nero su bianco qualche principio guida da tenere sempre a mente, specialmente quando si entra nel vivo del set-up iniziale o si decide di “tagliare” sul serio.
🚲 Spacers: pochi millimetri per grandi differenze
La tentazione di “lasciare un po’ di margine” è comprensibile, specie quando si è ancora nella fase di test della posizione ideale. Ma attenzione: quando parliamo di spessori sotto e sopra lo stem, non si tratta solo di “comfort vs. aggressività”, ma di carichi, torsioni e integrità strutturale del tubo di sterzo.
🔽 Sotto lo stem: funzionalità prima di tutto
🧩 Regola d’oro: mai superare i 30 mm di spessori tra la serie sterzo e l’attacco manubrio.
Sforare questa soglia – che non a caso è indicata come limite massimo da diversi produttori top di gamma nei loro manuali tecnici – compromette la rigidità del front-end, amplificando le flessioni laterali e verticali.
E quando il tubo di sterzo flette troppo… beh, l’usura aumenta, la precisione di guida crolla e il rischio di cricche o danni strutturali reali diventa concreto. ❌
Se ti ritrovi costretto a impilare 4-5 cm di spessori per trovare la tua posizione, il problema non è nei distanziali, ma nel telaio sbagliato (taglia, geometria, reach/stack). A quel punto, va rifatto tutto il ragionamento biomeccanico.
🔼 Sopra lo stem: margine o zavorra?
Qui il discorso si fa ancora più sottile, tra esigenze di revisione futura, sicurezza e estetica.
Molti rider lasciano 5, 10, persino 20 mm sopra lo stem “per sicurezza” o per evitare di recidere troppo presto un canotto magari costoso in carbonio.
Comprensibile, ma attenzione: mai superare i 15 mm, come da direttive UCI per l’ambito race.
Una sporgenza eccessiva può diventare un punto critico in caso di caduta, specialmente se non ben arrotondata o protetta. Inoltre, lo stelo in eccesso potrebbe interferire con il serraggio dello stem stesso, compromettendone la tenuta meccanica. ⚠️
Il giusto compromesso?
👉 5-10 mm sopra se sei in fase di rodaggio biomeccanico
👉 0 mm (o massimo 5) se hai già una posizione consolidata
👉 una rondella superiore con tappo integrato o uno spacer estetico se vuoi rifinire il tutto con stile e funzionalità

🧠 Il ruolo del bike-fitter: non improvvisare
In tutto questo discorso, una figura resta centrale: il bike-fitter professionista.
Solo una valutazione biomeccanica seria, con misure precise e analisi in dinamica, può dirti con certezza quanti millimetri ti servono sotto e sopra lo stem.
E attenzione: non parliamo solo di comfort, ma anche di efficienza muscolare, prevenzione infortuni e controllo del mezzo in discesa o in condizioni estreme.
🔧 In conclusione: piccoli margini, grandi impatti
- ✅ Meno di 3 cm di spacers sotto lo stem
- ✅ Massimo 1,5 cm sopra, meglio se 0-1 cm se la posizione è definitiva
- ✅ Mai tagliare il canotto di sterzo “alla cieca”: verifica sempre
- ✅ Consulta il manuale del produttore: ogni telaio ha le sue tolleranze
- ✅ Estetica sì, ma mai a scapito della sicurezza o della funzionalità

L’Accademia Nazionale del Ciclismo è sempre al tuo fianco per portare il tuo know-how tecnico al livello successivo. 🎓
Nel 2025, ogni dettaglio conta. Anche quei maledetti spacers.
Perché a volte sono proprio i millimetri invisibili a fare la differenza tra un buon set-up e un mezzo performante, sicuro e pronto alla gara o all’avventura più estrema.
📌 Stay tuned per i nostri workshop avanzati dedicati all’ergonomia, al fitting e alla meccanica di precisione. Ci vediamo sui sentieri… o sul banco di lavoro! 🛠️